Elisa Massoni scrive di design per DesignAtLarge, uno tra i più autorevoli portali in Italia (e non solo) e ha raccontato della sua esperienza nell'articolo "Made in Meda, vicino a Milano".
Insieme a 20 colleghi giornalisti, Elisa ha partecipato a un Tour esclusivo dedicato alla stampa, percorrendo insieme a noi le tracce che riportano alla nascita del design (raccontate nel dettaglio in "Made in Meda: il futuro del design ha già mille anni", il libro di Filippo Berto).
Elisa Massoni coglie perfettamente lo spirito del libro e del progetto che BertO sta portando avanti.
"Ho un debito di riconoscenza con Filippo Berto, che il 26 gennaio ha caricato una ventina di giornalisti su un pullman e li ha portati in Brianza per spiegare le ragioni del suo libro Made in Meda. Mi sono emozionata e, per una volta, voglio raccontare la giornata da un punto di vista sfacciatamente personale."
Dalla visita a ex Monastero (oggi Villa Antona-Traversi) - luogo in cui le badesse commissionando mobili ai contadini che lavoravano per loro, fecero nascere una prima piccola forma di economia - passando poi per la Ditta Lanzani - arrivata alla 7 sua generazione - e per la scuola professionale CFP Terragni, fino ad arrivare allo showroom BertO.
Qui i giornalisti hanno avuto l'opportunità di dialogare con il Maestro d'arte Osvaldo Minotti, lo Storico Felice Asnaghi, il Sindaco di Meda Luca Santambrogio e i designer BertO Castello Lagravinese Studio.
Si è parlato del futuro di questo terriotorio, di lavoro condiviso, di nuove generazioni, di imprese, ma anche di arte e di design.
Proprio come il libro Made in Meda, questo tour è stato un viaggio, che ha percorso in una sola giornata mille anni di storia e che ha lasciato - proprio come speravamo - nei partecipanti qualcosa di più.
Il nodo centrale dell'articolo è proprio nelle domande che la giornalista si pone (e pone come riflessione a tutti i lettori) circa il senso del design oggi:
Di cosa parliamo, davvero, quando parliamo di design?
Lo stiamo facendo nel modo giusto?
Le risposte sono tutt'altro che scontate.
L'atteggiamento (e la responsabilità) che in molti oggi hanno nei confronti del design fa pensare che serva una riflessione più ampia, che abbracci la scuola, il modo di intendere il lavoro, una responsabilità sociale d'impresa che tenga conto della sostenibilità del proprio territorio e dei valori di un'intera comunità.
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